Stralcio di articolo tratto da IL SECOLO XIX scritto da Bruno Viani
«Se Roberto Baggio fosse stato genovese, si sarebbe chiamato “Roberto Rospo”. E i “bageu” sono i girini». E poi: «Terrone? Tamarro? Un pupazzo rosso della tv? “Gabibbi” è soprattutto lo scherzoso appellativo che si dava agli immigrati del sud Italia. Non è mai stato un termine offensivo, tanto che la sua origine è nell’arabo “habib”: amico venuto da lontano».“Speaking Zena” (video) è un progetto dei giovani dell’associazione “A Compagna” decisi a dimostrare che il dialetto non è una lingua da vecchi. Morta. Da lasciare ai ricordi dei nonni.Dal punto di vista pratico ogni lingua si può imparare e il genovese è una vera lingua con le sue regole, poche e chiare anche nella grafia.Il genovese può diventare vincolo d’integrazione, ponte tra le vecchie e le nuove generazioni, prodotto d’eccellenza dell’offerta turistica e culturale. «Ma soprattutto è la nostra voce più autentica. Non solo passato ma anche futuro. E se il futuro ha la pelle scura, tanto meglio: nessun posto è mai stato più mediterraneo e multiculturale di Genova coi suoi monti e le sue Riviere».