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Wouter Weylandt |
Il 25enne belga Wouter Weylandt è morto ieri in seguito ad una caduta a 20 km dalla fine della terza tappa del Giro d'Italia, tra Reggio Emilia e Rapallo, nella discesa del Passo del Bocco, il punto più alto della frazione, a 957 metri sul mare.
Il belga faceva parte di un gruppetto di inseguitori e stava scendendo a velocità molto sostenuta, circa 70-80 km/h. Secondo una prima ricostruzione, effettuata anche grazie alle testimonianze dei colleghi del belga, Weylandt si sarebbe voltato perdendo così l'assetto della bici che ha toccato un muretto con la ruota anteriore. Il ciclista è quindi caduto sbattendo la testa prima sul muretto e poi sull'asfalto. Potrebbe quindi essere stata una distrazione a originare l'incidente. Vani i soccorsi, le condizioni del belga della Leopard-Trek sono apparse subito disperate.
Oggi sarà una giornata di lutto al Giro d'Italia. Per onorare la memoria di Weylandt i corridori, d'accordo con la direzione di corsa, hanno deciso di percorrere i 216 km fino a Livorno ad andatura moderata. Ogni squadra si alternerà in testa al gruppo per una decina di chilometri, sul traguardo dovrebbe arrivare per prima la Leopard, in parata.
Non è stata una partenza di tappa come le altre oggi a Genova. Un silenzio irreale aleggiava al via della quarta tappa della corsa. Annullate musiche e festeggiamenti. Il giorno dopo la tragedia tutta la carovana si è stretta attorno alla famiglia del corridore belga. La Leopard voleva lasciare il giro, ma il papà di Weylandt ha convinto tutti a restare in gara per il figlio.
Le campane del Santuario mariano dedicato alla Madonna delle Grazie di Montenero (patrona della Toscana) e della chiesa di San Jacopo, a Livorno dove si concluderà la tappa di oggi, suoneranno a lutto, al passaggio dei corridori.
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